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Cenni Storici: La Basilica di Sant'Antonio Abate e Santa Francesca Cabrini

Cenni Storici: La Basilica di Sant'Antonio Abate e Santa Francesca Cabrini
Dall’Archivio vescovile di Lodi si rileva che la “ECCLESIA PLEBANA” di S. Angelo Lodigiano ha origini risalenti al 1210, era ubicata al centro dell’abitato e ne era arciprete un certo don Gerardo.

L'edificio della Chiesa plebana era romanico; nel secolo XIV fu demolito e ricostruito. Uno scavo presso il campanile ha portato alla luce capitelli, frammenti architettonici, chiavi di volta romaniche, vari avanzi del fabbricato distrutto.

Verso il 1660 i fedeli chiedono al parroco, dott. Don Domenico Longo, di edificare una chiesa più decorosa. Il parroco, che condivideva il desiderio della popolazione, nonostante le gravi difficoltà economiche, nel 1662 designò 27 delegati della fabbrica della chiesa e il 12 giugno 1662 ebbe inizio «la fabbrica della chiesa parrocchiale di S.Antonio Abate, della terra di S. Angelo, quale è stata compitamente stabilita dalla pietà dei poveri, non restando altro che il campanile imperfetto così lasciato dai nostri antenati».

Il 4 agosto 1673 la parrocchiale fu ultimata: era a tre navate, con 4 cappelle a destra e 3 nicchie a sinistra, oltre al battistero. La parte più bella e caratteristica fu il campanile che divenne poi lo stemma civico e il simbolo della borgata.
Non mancava che la facciata, la quale fu terminata un secolo dopo.

Il campanile fu alzato nel 1787 con linee barocche, col castello delle campane a quattro archi con colonne e con un coronamneto retto da quattro modiglioni.

Nel 1826 fu aggiunta una colonna che porta la grande statua di San Michele in marmo di Viggiù opera dello scultore milanese Enrico Butti.

La storia della basilica attuale comprende circa un secolo; difatti ebbe inizio con il primo progetto nel 1859 per iniziativa del parroco mons. Bassano Dedè (padre spirituale di Madre Cabrini), elaborato dall’ing. Giovanni Vandoni di Milano.
Il vecchio tempio appariva decadente e insufficiente per capienza ma la mancanza di fondi non permise di attuare il progetto.

Con l’arrivo nel 1921 di mons. Enrico Rizzi, nuovo parroco, il problema della nuova chiesa venne riproposto e il nuovo progetto fu affidato all’ing. Spirito Maria Chiappetta di Milano.

Il 7 luglio 1928 venne posta la prima pietra ed ebbero inizio i lavori affidati all’impresa di Felice Conti.

La nuova basilica è a croce latina con santuario a trifoglio deformato. La pianta è a tre navate: la navata centrale si allarga in  corrispondenza dei bracci di croce trasversali ed assume la forma di un ottagono con absidi laterali a tutto sesto, mentre le navate laterali girano attorno alle absidi stesse. In corrispondenza della parte ottagonale le volte si elevano fino all’imboccatura pure ottagonale della cupola alta ben trenta metri da terra. L’interno ricco di marmi e decorazioni arieggia lo stile rinascimentale bramantesco.

Il progetto fu attuato fedelmente e la chiesa potè essere consacrata il 28 ottobre 1938 (anniversario marcia su Roma) da Mons. Pietro Calchi Novati, Vescovo di Lodi.

Il 13 Novembre dello stesso anno avvenne la beatificazione di Madre Cabrini.

La decorazione procedette lentamente, a causa della guerra, e fu completata nel 1950.

Nel 1969 il vecchio altare fu trasferito nella chiesa di Santa Maria Regina in Cogozzo e la cappella di S. Antonio fu trasformata in cappella del SS. Sacramento; degno di rilievo è il Tabernacolo.

Nel 1976, a ricordo del 30° anniversario della canonizzazione di S. Francesca Cabrini, il primitivo pavimento in mattonelle di cemento venne rifatto in lastre di granito.

Fonti Bibliografiche:

- "Una Borgata Storica" di Giacomo Bascapè.

Foto di Copertina:

- Luigi Battaini.


 

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Riproduzione Riservata

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