Linea Danza & Pilates racconta la storia della Danza Moderna
Linea Danza & Pilates racconta la storia della Danza Moderna

La danza moderna come oggi la intendiamo vede le sue origini alla fine del 1800 e nasce come un distacco, che diventerà poi una vera e propria rottura, dalla rigidità della danza accademica.
Lo sfarzo delle scenografie e dei costumi, tipici della danza classica, viene abbandonato per lasciare posto all’intensità delle emozioni e alla forza dei corpi. Si presenta dunque come una danza più libera, anche se non sempre significava l’assenza di una “grammatica del movimento”, una sorta di regolamento a cui attenersi per ballare questo nuovo tipo di danza.

Il cosiddetto “periodo di ricerca”, il primo in ordine cronologico, vede distinguersi due figure fondamentali: Isadora Duncan e Ruth St. Denis. La prima è la fonte della più grande rottura con la danza accademica: dà maggior risalto alla forte espressività generata dal corpo, dal movimento e dalla musica. Vuole rendere la danza un’espressione di libertà, tanto da eliminare le scarpe a punta, ballando a piedi nudi, e i costumi strutturati, sostituendoli con abiti leggeri. La seconda vede invece la sua priorità nelle contaminazioni da parte delle danze orientali e africane.

Negli anni ’30, durante il “periodo di definizione delle tecniche”, a New York si nota una forte maturazione della danza moderna ed ha inizio la modern dance. In questo periodo la danza è vista come mezzo di espressione personale e delle proprie emozioni. Le coreografie si incentrano sulle crisi psicologiche dei protagonisti (generalmente femminili) e presentano tematiche etiche e sociali, a volte lette in chiave satirica. Le principali esponenti di questo periodo sono Martha Graham e Doris Humphrey.
La Graham vede il centro del movimento corporeo nel bacino e il suo motore nella respirazione. Crea quindi una danza basata sull’alternanza di contraction e release, momenti di contrazione e tenuta un’oscillazione nei picchi di energia. La Humphrey si concentra invece sulle reazioni del corpo alla gravità, opponendo caduta e recupero, equilibrio, squilibrio e oscillazione.

Solo negli anni ’50, nella fase detta “periodo dell’innovazione”, viene accantonata la componente psicologica della danza per dare maggior rilievo al corpo e alle sue capacità. Ha quindi inizio la fase del formalismo (detto anche astrattismo) che vede in Merce Cunningham e Alwin Nikolas i suoi maggiori esponenti.
Negli anni ’60 si sviluppa la post-modern dance (nota come danza contemporanea), che ha come fulcro la Judson Memorial Church di New York. Ancora una volta si dà importanza alla gestualità, ma questa volta la danza entra nel quotidiano e coinvolge direttamente il pubblico. In questo stesso periodo le innovazioni americane toccano l’Europa.
Durante gli anni ’70 in Germania la coreografa Pina Bausch dà inizio al Tanztheater (teatro-danza), che oltre alla danza include elementi strettamente teatrali, come la parola e l’improvvisazione (gli interpreti venivano definiti danzattori). Sempre in questi anni la danza assume importanza anche in Italia (nonostante i primi semi dell’innovazione fossero stati piantati dall’ungherese Aurel Miloss negli anni della Seconda Guerra Mondiale).

Negli anni ’80 la danza in America ritorna alla tecnica (in parte anche quella accademica) e fa uso dei nuovi mezzi di comunicazione (come cinema, fotografia e video) per diffondersi.
Le principali differenze tra danza moderna e balletto si possono constatare nei rapporti che la prima instaura con la musica e con lo spazio, oltre a una ritrovata importanza del corpo e della sfera emotiva del ballerino.
Non è necessario seguire il ritmo della musica (cui ci si può anche contrapporre), quello che conta è il ritmo interno: è il corpo che gestisce e fa partire il movimento. Per questo motivo non è rara la totale assenza di musica nelle coreografie di danza moderna. Il ballerino dunque si esprime dettando il ritmo del movimento e muovendosi in tutto lo spazio, non più solo frontalmente al pubblico, ma usando interamente l’ambiente circostante e il proprio corpo: può sdraiarsi, mettersi di fianco o di spalle al pubblico. Si dà particolare importanza al rapporto con la terra e al suo utilizzo come propulsore del movimento. L’attenzione al corpo e al suo peso fa in modo che si crei la dinamica del passo e genera movimenti in cui busto, braccia e gambe sono tra loro più indipendenti rispetto a quanto non fossero nella danza classica.
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